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Elite Dangerous: Odyssey, una passeggiata nella recensione

Eccoci qua, nella nostra tuta spaziale e finalmente sulle nostre gambe, a scrivere la recensione di Elite Dangerous: Odyssey, il secondo, enorme, DLC del videogame di simulazione spaziale di Frontier Developments.

Si tratta di un’espansione al gioco Elite Dangerous, ed in particolare utilizzabile soltanto in accoppiata con il precedente DLC, Horizon, da qualche mese gratuito per tutti. Se il passato ci ha aperto le porte, o meglio le superfici, dei miliardi di pianeti in gioco, permettendo di atterrare sui corpi celesti solidi privi di atmosfera, Odyssey ci regala la possibilità di avere, e finalmente utilizzare, un corpo.

In Odyssey, infatti, la grande novità di quello che comunque resta un simulatore spaziale, anche se con elementi FPS, è appunto questa: possiamo scendere dalla nave o dal rover, e passeggiare sulle stazioni orbitanti o sui pianeti, in prima persona.

Come è stata implementata questa nuova, e a suo modo rivoluzionaria per il titolo in questione, funzionalità? Scopriamolo insieme con una passeggiata nella recensione di Elite Dangerous: Odyssey.

Elite Dangerous: Odyssey, la recensione

La nostra nuova avventura a piedi nella galassia comincia su un pianeta in cui sorge un’alba livida, dove il cielo non è più lo stesso a cui eravamo abituati. La prima cosa che balza all’occhio, infatti, è che ci troviamo su un pianeta con una lieve atmosfera, ma che basta a rendere tutto diverso da come lo conoscevamo: la luce della stella gialla, diffusa e rifratta dalla rarefatta atmosfera, illumina ogni cosa in maniera diversa, e per un momento restiamo un po’ così, imbambolati ad osservare i giochi di luce nel cielo e sul grande cratere che si spalanca accanto a noi.

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La nostra prima volta in un pianeta con atmosfera, durante il tutorial di Elite Dangerous: Odyssey.

Una volta ripresi, ci ricordiamo che non siamo su una luna sconosciuta a miliardi di chilometri da casa, ma (solo, sigh!) all’interno del primo tutorial di Elite Dangerous Odyssey. Davanti a noi un avamposto militare verso cui possiamo, finalmente, incamminarci.

“Hai voluto le gambe, ora cammina”

Durante il tutorial assaggiamo già un consistente parte della nuova esperienza che ci potremo godere in Elite Dangerous: Odyssey. Non pensate di vedere un Call of Duty ambientato nello spazio. Frontier (Jurassic World Evolution; Planet Zoo) vuole che Elite resti fedele a se stesso e, così, decide di restare con i piedi ben piantati a terra. Odyssey aggiunge sì una dimensione in prima persona, con elementi stealth e shooting, ma lo fa senza mai dimenticare che stiamo parlando di un gioco che, per quanto appartenente al regno della fantascienza, resta una simulazione.

La cosa si nota ad esempio grazie alla nuova compagnia di taxi spaziali, la Apex Interstellar Transport. Se decidete di affittare una nave della flotta di Adder, mettetevi comodi e godetevi il viaggio: niente teletrasporto da un punto all’altro della galassia. Vi potrete godere ogni singolo salto dalla vostra poltrona accanto al tassista, ma con il prurito sulle mani perché vi mancheranno i comandi.

Questo è ciò che capita ogni volta che si lascia la pelle durante una missione in un avamposto, soprattutto se siete stati beccati a compiere qualcosa di illegale. Respawn in una stazione-prigione, e crediti da spendere per farsi scarrozzare fino alla nave della vostra flotta più vicina.

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Mentre un ex detenuto aspetta insieme a noi l’arrivo del taxi spaziale facendo le parole crociate, una scritta sul muro della stazione-prigione ci ricorda che il crimine non paga.

Nuovo ma familiare

Il sistema di crafting attraverso gli ingegneri che tanto abbiamo imparata ad amare / odiare è stato riproposto, in scala minore, anche per armi e tute. Nuovi materiali aspettano di essere raccolti negli angoli più remoti della galassia, perché Elite non regala niente, nemmeno un misero visore notturno per la tuta.

Il livello di realismo che il gioco cerca di rispettare si nota ancora una volta nei colori dei cieli dei nuovi pianeti con atmosfera. È infatti stato aggiunto al sistema di generazione procedurale della galassia un algoritmo che simula la diffusione della luce in base alla composizione atmosferica di un pianeta: se composta da metano il cielo è rosso, da ossigeno viola, da ammoniaca verde. Per trovare un familiare cielo azzurro, cercate pianeti con alta concentrazione di azoto atmosferico.

Il sistema di assegnazione delle nuove missioni Odyssey è “separato”. Resta la classica schermata da cui si può interagire appena effettuato il docking della nave, ma per le missioni da effettuare a piedi è quasi sempre richiesto di farsi un giretto nello stazione spaziale di turno. Qui dei loschi figuri che passano le ore appoggiati al muro, abbronzati come vecchi lupi di mare, ci propongono assassini, furti e sabotaggi, e solo raramente più onorevoli missioni di riparazione o riavvio del reattore di un avamposto.

La tuta spaziale fa il monaco

Sono state introdotte tre nuove tute in Odyssey, ciascuna con le sue funzionalità ed adatta a certi tipi di missione: oltre alla tuta da volo, già presente, abbiamo una tuta adatta al combattimento, una all’esplorazione e una allo scavenging. Diversi slot per le armi, diverse resistenze, diversi tool: ce n’è una per ogni missione che ci troviamo di fronte.

La tuta Maverick, adatta allo scavenging, è dotata di un laser con cui tagliare i pannelli di accesso e di emergenza: ci sarà utile per introdurci in strutture dove sarà richiesta un’azione mirata e silenziosa, come un sabotaggio. Una delle possibilità che ci viene offerta è inoltre quella di “clonare” l’identità di un NPC lì presente, in maniera da avere accesso a diversi livelli di sicurezza della struttura.

Spesso dovremo distrarre guardie e rintracciare le strutture che ci interessano attraverso i terminali; è inoltre importante permettere, se siamo puliti, di scansionarci, o muoverci con cautela per non essere beccati in zone proibite, perché le guardie armate, in Odyssey, prima sparano e poi chiedono.

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Un’incursione notturna armati di lanciagranate.

La tuta da esplorazione Artemis si utilizza in una delle nuove possibilità che i pianeti con atmosfera offrono. Ogni tanto possiamo trovare delle nuove forme di vita vegetali, scansionabili e i cui dati possiamo rivendere nelle stazioni, al pari dei dati cartografici. Un nuovo rank nella disciplina Esobiologia tiene traccia dei nostri progressi in questo campo.

La tuta Dominator, da combattimento, si spiega da sé. Nei nuovi conflitti “a piedi” abbiamo a disposizione nuove armi, così come granate, scudi energetici, medikit e compagnia. Le funzioni base delle armi sono quelle che già conosciamo: laser per gli scudi, esplosivi o proiettili per i corpi. Gli scudi e le altre funzioni della tuta, come un mini-jetpack, la torcia, il visore notturno sono alimentati dalla batteria della tuta; occhio al livello di carica, non vorrete trovarvi all’esterno con una tuta scarica e senza celle di energia, vero?

Le missioni planetarie di Elite Dangerous: Odyssey

Al momento attuale non sono moltissimi i tipi di missioni planetarie da portare a termine, ma al loro interno presentano una buona varietà e possibilità d’azione; questo anche grazie agli obiettivi secondari e vincoli che ci vengono dati dai committenti di volta in volta.

Alcune missioni richiedono l’hacking delle strutture per il furto di dati; altre la rimessa in funzione di interi avamposti, con fini nobili o meno nobili; altre ancora sono missioni da mercenario, in cui, una volta atterrati nella base, dobbiamo rintracciare il nostro obiettivo e toglierlo di mezzo. Come le missioni “classiche”, molte di queste azioni hanno conseguenze e ricadute negli equilibri tra le fazioni di un sistema; inoltre possono concorrere alla nostra reputazione in maniera positiva e negativa.

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La nuova sezione della stazione spaziale esplorabile in prima persona; il bar è al piano di sopra.

Molte missioni richiedono la nostra azione in determinate strutture, che possiamo rintracciare sulla mappa tramite i sistemi informatici dell’avamposto o a vista, muovendoci furtivamente tra gli edifici. Le strategie per andare incontro alle missioni sono numerose: possiamo creare diversivi, sabotare la produzione di energia, o depressurizzare interi edifici con ovvie conseguenze per chi si trova all’interno. Il tutto, ovviamente e come da tradizione, senza grosse linee guida o suggerimenti da parte del gioco.

In base alla tipologia di missione o avamposto, gli NPC possono avere verso di noi atteggiamenti passivi o molto aggressivi. Una volta ingaggiato il combattimento, l’aspetto simulativo viene di nuovo messo in risalto dal fatto che l’IA è, come noi, limitata nella sua conoscenza tattica della situazione basata soprattutto su di una ricerca a vista. Per questo ha molta importanza se ci troviamo ad operare di giorno o di notte. La visibilità, nostra e degli NPC, è pesantemente influenzata dall’illuminazione della zona.

Impariamo molto presto a sfruttare la dimensione verticale delle zone di combattimento, grazie alla bassa gravità della maggior parte dei pianeti atterrabili (simulata in maniera efficace: la differenza nei movimenti tra 0,1 G e 1 G si vede e parecchio) e al nostro jetpack. Per ora gli NPC non hanno questo comportamento, ma la loro superiorità numerica e capacità di accerchiarci bilancia le nostre abilità di parkour spaziale.

Un gioco in continuo divenire

Elite Dangerous è uscito ormai nel lontanissimo, videoludicamente parlando, 2014.

Il fatto che dopo ben 7 anni venga pubblicato un DLC di questa portata (a titolo esemplificativo, la versione PC passa da 25 GB di memoria occupata a 75), la dice lunga sull’amore che David Braben e Frontier tutta hanno per questo titolo. Per questo possiamo perdonargli qualche incertezza a livello tecnico che abbiamo visto nei primi giorni dalla release e che ha fatto storcere il naso a molti, portando a recensioni abbastanza amare dei clienti. Ad ogni modo, sono già state rilasciate in meno di un mese numerose patch e hotfix, che hanno corretto numerosi bug e reso il titolo, già comunque giocabile, molto più stabile.

Titolo che, non serve dirlo, non è per tutti; lento, macchinoso, difficile. Ma in grado come pochi altri di restituire un’esperienza particolare e sofisticata.

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Con la ASP Explorer gialla, Annie, sotto un cielo azzurro, a caccia di campioni esobiologici.

Quel genere di esperienza che Odyssey porta a un nuovo livello; ma chi non amava Elite non lo amerà grazie ora a questo DLC. Come detto, l’anima da simulatore un po’ freddo e complesso non viene affatto modificata da un paio di fucili laser (e se cercate un FPS, beh, francamente si trova di meglio sul mercato). Analogamente, chi apprezzava già il titolo troverà con ogni probabilità che sia migliorato sotto molti punti di vista grazie a Odyssey; o che, nel peggiore dei casi, non abbia intaccato il gameplay che conoscevamo già.

Conclusioni della recensione di Elite Dangerous: Odyssey

L’impressione è che Elite Dangerous sia, un po’ come la release di Odyssey forse un po’ prematura, un titolo in continuo divenire. Che, in fin dei conti, è un’ottima cosa da dire per un gioco che si propone di rappresentare una simulazione della vita di un comandante spaziale 1300 anni nel futuro.

Odyssey getta le basi per lo sviluppo futuro di Elite Dangerous, così come a suo tempo fece Horizon. Quello che diventerà da qui in avanti questo MMO resta un mistero, ma Frontier ha sempre dimostrato di saper ascoltare e accogliere richieste e suggerimenti del suo pubblico.

La domanda fondamentale per terminare con senso una recensione è: Elite Dangerous: Odyssey vale il suo prezzo? Il DLC infatti costa 35 euro circa, una decina di più del gioco base, Horizon incluso. Non pochissimo, in effetti. Ma considerando la quantità di ore che un appassionato giocatore di Elite Dangerous passa in game, nemmeno così tanti.

La risposta è probabilmente che dipende. Se vi è piaciuto Elite Dangerous, e il DLC Horizon, apprezzerete anche questo: benché sia un’espansione di notevole importanza e complessità, non si tratta di un gioco rivoluzionato; Odyssey aggiunge una dimensione che allarga ancora di più l’esperienza di gioco, e la porta a un nuovo livello di simulazione spaziale che non può che essere benvenuto. Ma se questo simulatore spaziale non vi ha fatto innamorare dalla prima ora, non sarà Odyssey a cambiare le cose.

Trovate Elite Dangerous: Odyssey su Steam e Epic Game Store per giocare su PC; il DLC è atteso su console entro fine anno.

Elite Dangerous Odyssey

Odyssey è il DLC tanto atteso dai comandanti di Elite Dangerous che non tradisce né lo spirito né le aspettative. Su alcuni comparti tecnici è ancora da affinare, ma Frontier ha sempre dimostrato una buona cura del suo prodotto, e non manca nemmeno stavolta, limando difetti e bug a cadenza settimanale. Non si tratta di un first person shooter, ma di una nuova declinazione di un simulatore spaziale che cerca di essere sempre più vasto ed immersivo. Il costo, soprattutto confrontato con il più basso prezzo del gioco base, non è indifferente; ma se siete degli appassionati giocatori di Elite, il tempo e la diversità dell’esperienza che Odyssey regala faranno sì che ne valga la pena.

Pro

Le possibilità dell’esplorazione raggiungono un nuovo livello

Il combattimento è estremamente coerente con quello che il gioco è sempre stato

Modifiche e miglioramenti all’interfaccia di gioco

Contro

Il costo non è indifferente, anche se si tratta di un DLC corposo

La release è stata un po’ prematura e non esente da difetti

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